Sunday, April 24, 2005

Oltre la traversa

IL MIGLIORE (E IL PEGGIORE) DEL 2002
Migliore: Luciano/Eriberto
Peggiore: Fabio “va in mona” Capello

Non è stato propriamente un buon anno il duemilaedue, mondiali deludenti,Galliani presidenti della Lega...solo il Chievo Verona e il volto perennemente imbronciato del brasiliano triste Luciano, il calciatore precedentemente conosciuto come Eriberto, sono riusciti a non farmi perdere l’amore per il gioco del pallone. Una storia che sa di calcio anni trenta e sembra scritta direttamente da Osvaldo Soriano, un calciatore che per emergere è costretto a cambiare identità e data anagrafica ed una volta arrivato al successo manda tutto all’ortiche perché devastato dai sensi di colpa è l’esatto contrario del calcio multimiliardario e truffaldino dei vari Cagnotti e Zamparini, ma anche di Recoba. Cosa c’è di peggio di un vincente che non riesce ad accettare le sconfitte? Assolutamente niente e Fabio Capello è in assoluto il rappresentante più titolato della categoria. Per questo e per mille altri motivi (il ridicolo comportamento nei confronti di Montella in primis) per me il peggiore del duemilaedue è senz’altro lui.


Michel Platini
Quando Michel si chiamava “Le Roi” era il mio idolo, uno dei primi poster appesi in cameretta. Mio padre sostiene che a sette anni mi ero messo in testa di scrivere un libro su di lui,
poco più che pensieri di bambino: “ Platini è il più forte giocatore del mondo, più di Maradona, è bravo, intelligente e vince sempre, proprio come il mio compagno di classe Francesco…”.
Francesco l’ho rivisto qualche giorno fa in metropolitana con tanto di giacca, cravatta e ventiquattrore…uno splendido quarantenne, ma con tre lustri di meno.
Finisce sempre così: da piccoli si è brillanti, interessanti e con il mondo ai propri piedi e da grandi si diventa “consulenti globali di Pubblitalia”…oppure amici intimi di Blatter.
Ora l’unica foto di calciatore appesa nella mia stanza è quella di George Best…una scelta di campo!

Zico
Le Qualità Della Danza

C’era un tempo in cui i ballerini riempivano i teatri, la gente faceva la fila per vederli danzare ed era disposta a spellarsi le mani per un “doppio passo” fatto come si deve.
Quando ballava Zico i teatri si chiamavano: Friuli, San Siro, Comunale ed Olimpico. Nessuno di questi era La Scala: al posto del legno c’era l’erba, le poltroncine erano scomodi sedili di plastica e non confortevoli sedie di velluto imbottito, per entrare non serviva lo smoking tanto nessuno aveva il tempo di guardare i vestiti . Quando ballava Zico se eri bravo, ma bravo davvero, minimo minimo finivi al Bolshoi, adesso ti va bene se ti lasciano un posto nella accademia di Amici di Maria De Filippi…che i coreografi sono tutti nell’altra stanza ad applaudire il primo Gattuso che capita.

Marco Van Basten

Io Van Basten lo odiavo!!
Come direbbe il mio amico Marco: “Uno così lo fermi solo con i calci”.
E difatti solo i calci lo hanno fermato, quelli inferti dai bisturi più di quelli dei difensori.
Ho chiari nella memoria gli epici duelli con Kohler e Pietro “Zar”Vierchowod, per non parlare dei goal splendidi che per elencarli tutti non basterebbe la durata media di un film di Kierostami.
Van Basten era la cosa più vicina alla perfezione che io abbia mai visto in un campo di calcio, il centravanti che tutti vorremmo vedere nella propria squadra del cuore, ma giocava per il Milan…ed io lo odiavo! Come odiavo i tifosi che dei suoi numeri perfetti potevano goderne e non solo soffrirne come il sottoscritto, un sentimento che neanche anni di Papin, Kluivert, Bierhoff e Jose Mari sono riusciti a sopire.
Lo odiavo ma quando ha smesso di giocare per poco non piangevo…com’è che diceva quella canzone? Ah ecco: “…E’ odio mosso d’amore…”.

Diego Armando Maradona

Penso che canzoni come “Debaser” le scrivi solo se hai“il tocco”e penso che se hai“il tocco”poco importa se fai successo oppure no. Frank Black lo sapeva che non sarebbe mai diventato una rockstar: grassoccio, carattere difficile,troppo chiuso dentro se stesso, ma qualche soddisfazione deve essersela certamente tolta. D’altronde creare una raccolta di perle come “Doolittle” equivale a vincere un campionato del mondo di calcio e “Where is my mind?” è come farlo dopo che in semifinale hai segnato il goal più bello della storia. L’unica cosa che non so perdonare a Francis è il non essersi messo da parte nel momento giusto, il voler dimostrare a tutti i costi che uno come lui non può scoprirsi improvvisamente mediocre. Frank lo sappiamo che non sei un mediocre, ma ti prego smetti…smetti giusto l’attimo prima di diventare Maradona, cuore a pezzi, sulla spiaggia dell’Avana. Con la differenza che Diego sul tetto del mondo c’è salito per d’avvero…e sarà dura farlo scendere.

Champions League 2003

Andrij Shevchenko poggia la palla sul dischetto del rigore: “Il nano pelato ha detto che questa vittoria sarà come un voto di fiducia per il suo governo…”, fa l’Armando mentre Sandro Piccinini ci ricorda di acquistare il settimanale Controcampo. Elio ha gli occhi fissi sul televisore, la Juventus ha già fallito tre rigori:“Ma guarda che faccia, l’ucraino!!!Figuriamoci se sbaglia…”dovrei dire qualcosa anche io, ma si sa in certe situazioni mi si azzera la salivazione e infatti: “Vado a prendere le birre?”.
Mentre armeggio con il tappo di una pessima Poretti mi perdo la scena madre: Sheva prende la rincorsa, guarda negli occhi Buffon e tira. Un tocco soffice e vellutato che spiazza il portiere e…si stampa sul palo! Ora tocca al vecchio Ciro Ferrara:per lui rincorsa breve e…goal!! Dida non può fare nulla. L’ultimo rigore è per Paolino Maldini, il grande capitano. Si capisce subito che qualcosa non va e difatti il pallone sorvola la traversa : “Come Baggio nel 1994!!!” urla l’Armando mentre si alza in piedi e stappa una bottiglia di spumante. La Juve vince la coppa, Berlusconi (Silvio) non regge allo shock e si dimette, il figlio “Dudi” cade in depressione e viene abbandonato dalla “Letterina”…è andata così no?

Campionato italiano 2002/2003
A perdere i campionati non ci si abitua mai, figuriamoci quando succede all’ultima giornata e per giunta dopo essere stati in testa alla classifica per mesi. Oddio se fossi dell’Inter probabilmente sarei preparato ad affrontare una cosa simile, ma grazie a dio non lo sono ed è una sensazione del tutto inedita. Eppure sembrava tutto perfetto, questo doveva essere l’anno buono…l’hanno detto anche da Biscardi. Lo so verso gennaio c’era stato un momento di flessione però poi la squadra aveva reagito bene. L’allenatore aveva saputo riprendere le redini con fermezza e decisione, superata la crisi i goal de “l’uomo di ferro” hanno fatto il resto, per non parlare delle perfette geometrie del centrocampista centrale, geometrie che se fossi Mario Sconcerti non esiterei a definire cartesiane. Ma Sconcerti non sono e purtroppo un campionato memorabile è andato alle ortiche per colpa di una partita mediocre contro una squadra mediocre. Vorrà dire che ci riproveremo il prossimo anno…tra l’altro mi hanno detto che hanno ripristinato la serie A! Grazie Doria…bentornata!

Io mi pento spesso:
mi pento di non essere andato a Firenze a vedere Springsteen, mi pento di aver acquistato il primo numero del Rolling Stone italiano, e di aver pensato,anche solo per cinque minuti, che: Melissa P fosse una scrittrice, Muccino un regista e David Platt un allenatore.
E poi: mi pento di non aver visto Capossela a teatro, mi pento di aver consigliato ad un amico lo spettacolo di Air più Baricco, mi pento di essermi comprato pure il disco (sempre di Air più Baricco) e soprattutto mi pento di aver visto più di una puntata de : “L’Isola dei Famosi”.
Insomma, mi pento di un sacco di cose, ma di quelle che ho scritto per Oltre La Traversa proprio no.Anzi: mi pento di aver detto che Diego Armando Maradona ha segnato il goal più bello della storia del calcio durante le semifinali di Mexico 86…erano i quarti di finale, maledetto testone!!.